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Al Festival dell’economia di Trento la CGIL ammonisce Fiat


06/06/2011
di Gianni Lo Russo

La leader della CGIL chiede maggiore trasparenza e torna a bocciare la flessibilità nei contratti di Pomigliano e Mirafiori

Al Festival dell’economia di Trento la CGIL ammonisce Fiat
Il Festival dell’economia di Trento, giunto alla sesta edizione, ha riunito nelle giornate tra il 2 e il 5 giugno numerosi esperti economici, studiosi e semplici cittadini dando loro l’opportunità di confrontarsi su temi legati alla libertà economica ed ai suoi limiti.

Come ogni anno, l’argomento economico-finanziario del Paese è stato l’oggetto principale del dibattito che ha coinvolto saggisti del calibro di: Esther Duflo, esperta di cooperazione e sviluppo, Alberto Alesina, Alan Krueger, Fabrizio Zalibotti, Gian Carlo Caselli e Valclav Havel primo presidente della Repubblica Ceca dopo la caduta del muro di Berlino. Il Festival di quest’anno ha visto anche la partecipazione del ministro Roberto Maroni che si è confrontato per l’occasione con uno dei massimi esperti mondiali di immigrazione, Giovanni Peri.

La protagonista principale del Festival 2011 è stata però la CGIL che si è dibattuta su temi di attualità riguardanti il sistema sociale, la disoccupazione giovanile ed il mercato del lavoro italiano. La leader CGIL, Susanna Camusso, ha analizzato il malfunzionamento del sistema fiscale italiano ed ha chiesto a gran voce al ministro Tremonti e al Governo di varare al più presto una manovra di rilancio dei conti pubblici. La segretaria generale CGIL ha puntato l’attenzione sugli stipendi dei manager italiani, chiedendosi come mai i manager si meritino 1500 volte di più di quello che percepisce un lavoratore.

La critica della sindacalista CGIL non ha risparmiato nemmeno gli industriali, in particolar modo sono state avanzate molteplici osservazioni sull’operato di Fiat nell’operazione Chrysler e sulle dichiarazioni recentemente rilasciate dall’amministratore delegato Sergio Marchionne. Il top manager della casa torinese ha fatto sapere nei giorni scorsi che non vi è alcuna intenzione di spostare il quartier generale Fiat in America, aggiungendo anche che, quanto sta avvenendo deve essere visto come una cosa positiva in Italia. Marchionne ha poi precisato che non vi è alcuna ostilità verso Confindustria come invece si poteva immaginare dopo le ultime dichiarazioni fatte da Lapo Elkann in seguito all’ultimo incontro. La priorità, spiega l’amministratore delegato Fiat: “è quella di salvaguardare l’industria assicurando il rispetto del piano industriale andando se necessario contro il consenso della maggioranza dei lavoratori”.

Nel frattempo, il ministro del lavoro Maurizio Sacconi ha espresso tutta la sua soddisfazione per i progressi fatti da Fiat nell’operazione Chrysler, ribadendo che il Governo sta dalla parte della casa del Lingotto.Non la pensano esattamente così gli esponenti del Partito Democratico i quali accusano Sacconi di tentare di attribuire al Governo particolari meriti, che non possiede, nella vicenda Chrysler-Fiat.

Anche la leader della CGIL non ha avuto parole dolci per il ministro Sacconi affermando in proposito: “mi pare abbia i fantasmi nella testa e che veda nemici ovunque”. La rappresentante CGIL ha sollevato parecchie perplessità sulla operazione Fiat, sostenendo che: “nella rincorsa all’America non venga dichiarata effettivamente quale sia la strada scelta”. I vertici del gruppo torinese sono invitati dalla CGIL a smettere con gli annunci e a rendere più visibili gli impegni e gli investimenti. Replicando alle parole di Marchionne la Camusso ha aggiunto che: “Quando l’amministratore delegato di Fiat si lamenta che solo negli USA gli danno giudizi positivi, bisognerebbe ricordargli che li ha assunto degli impegni e li ha portati a termine. Qui non sappiamo nemmeno quali sono gli impegni”.

Dal punto di vista sindacale e di rappresentanza dei lavoratori la leader CGIL torna a bocciare la flessibilità nei contratti degli stabilimenti di Pomigliano e di Mirafiori riproponendo un ritorno al vecchio sistema. La polemica sui contratti di lavoro coinvolge anche Confindustria, secondo la Camusso il valore del contratto aziendale non può derogare alle norme di quello nazionale.La sinistra fa sapere di essere in linea con le posizioni della CGIL, secondo Damiano del PD: “un modello basato sul contratto aziendale rappresenta uno strappo rispetto alla situazione esistente”.

Sulla questione Chrysler-Fiat, in conclusione, non si placano le polemiche e sono tante le preoccupazioni per una manovra che sembra sempre più un tentativo di allontanamento più che una operazione di ampliamento.
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