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Marchionne: il mio successore nel 2015
09/01/2012
di Grazia Dragone
La fusione tra Fiat e Chrysler entra nella fase finale, con il marchio americano in pieno rilancio negli States
Lâad italo-canadese precisa che ai vertici del nuovo gigante automobilistico ânon cambierĂ niente fino a dopo il 2015â. Restano, quindi, quattro anni per completare il processo di fusione, con il coronamento di un nuovo manager, cresciuto allâombra di Marchionne, in grado di gestire lâalleanza tra i due brand. âAbbiamo progettato unâorganizzazione che si pone due obiettivi â sono state le sue parole- uno è quello di allevare il mio successore, e in secondo luogo, quello che mi sopravvivrĂ â.
In unâintervista rilasciata al giornale Detroit Free Press, in vista dellâapertura del Salone di Detroit, Marchionne spiega come le situazioni economiche dei due continenti, America ed Europa, siano diametralmente opposte. Chrysler vive una fase di rilancio, mentre la Fiat conosce un momento di crisi determinata dalla fase recessiva economica che attraversa il Vecchio Continente e, in particolar modo, lâItalia.
Gli obiettivi di vendita di Chrysler per il 2012 indicano un successo quasi inaspettato per il brand, destinato ad una sicura bancarotta, se non fosse intervenuta lâalleanza con la Fiat. Le stime di vendite per questâanno prevedono lâimmatricolazione di 2 milioni di vetture con un giro dâaffari pari a 55 miliardi di dollari (43 miliardi di euro al cambio attuale). Nel 2014 Marchionne conta di raggiungere quota 2 milioni e 800 mila veicoli. Per tutto il gruppo lâobiettivo si attesta su 6 milioni di vetture.
âSe vi dicessi che mi aspettavo qualcosa di meglio di questo, direi una bugia a denti strettiâ, ha detto Marchionne, che ha ottenuto il prestigioso riconoscimento âExecutive Leadership Awardâ per gli âeccezionali risultati individuali e organizzativi del settoreâ.
âSo che siamo la piĂš piccola delle tre case automobilistiche qui a Detroit, ma ciò non ci rende meno rilevanti â ha aggiunto. Il peggio è passato. In questo momento, lâesecuzione è fondamentale perchĂŠ i piani sono abbastanza ben definitiâ.
Marchionne parla anche della probabile sede centrale del gruppo. âL'attaccamento emotivo al proprio Paese come produttore va ripensato. E questo non significa tradirlo, significa crescere, come quando i ragazzi escono di casa. Sia Auburn Hill sia Torino sono in grado di ospitare il quartier generale del gruppo. C'è anche l'alternativa America Latinaâ.
Nel cielo luminoso di Fiat resta, tuttavia, il flop del lancio commerciale della 500, per la quale a fronte di un obiettivo di vendita di 50.000 unitĂ ne sono state vendute solo 26.294. Marchionne giustifica tale insuccesso dichiarando: âAbbiamo lanciato la vettura un anno in anticipo, questo è il succo del discorsoâ.
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