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Mobilità in continuo calo


15/05/2013
di Giovanni Iozzia

Sono quattro anni, dal 2008 al 2012, che gli spostamenti in Italia non hanno fatto altro che diminuire. Il dato è stato rivelato nel corso del Convegno Asstra di Bologna

Mobilità in continuo calo
[ Bologna, Emilia Romagna, Italia ] - Sono quattro anni, dal 2008 al 2012, che gli spostamenti in Italia non hanno fatto altro che diminuire.
Il dato è stato rivelato nel corso del Convegno Asstra di Bologna attraverso il 10° Rapporto sulla mobilità in Italia realizzato da Isfort in collaborazione con il Centro Ricerche Hermes e le associazioni di trasporto Asstra e Anav.

Nel 2008 gli spostamenti medi in un giorno feriale erano circa 128 milioni, nel 2012 sono diventati 97,5 milioni con un calo del 23,9%. Un abbassamento del trasporto e della mobilità con tutti i mezzi che ha subito un’accelerazione durante l’anno scorso.

Dal 2011 al 2012 lo spostamento con le auto è sceso del 16,2%, moto e motocicli sono calati del 38,9%, i mezzi pubblici del 6,6%.
Questi ultimi, però, hanno aumentato la quota di spostamenti. Autobus, tram, metropolitane e treni suburbani hanno registrato negli ultimi cinque anni un aumento del 8,2%; l’uso dell’automobile è invece sceso del 19,3%.

«Non facciamoci troppe illusioni – ha detto Carlo Carminucci, direttore scientifico di Isfort - il trend positivo dei mezzi pubblici negli ultimi anni è indotto dalla crisi più che da una consapevole modifica delle abitudini d’uso dei mezzi di trasporto. Proprio per questo però l’attuale situazione di crisi economica e sociale rappresenta paradossalmente una formidabile occasione per cambiare radicalmente gli stili di mobilità nel nostro Paese. D’altra parte, per far ripartire la domanda di mobilità e sostenere così la ripresa economica si deve per forza puntare sui mezzi di trasporto pubblico o sui mezzi più ecologici senza motore, perché sono gli unici a misura delle tasche dei cittadini».

«Tra il 2010 e il 2013 – ha aggiunto Marcello Panettoni, presidente di Asstra - è stato segato di colpo il 15% alle risorse pubbliche per i trasporti collettivi. Un colpo mortale che avrebbe potuto avere conseguenze molto più pesanti, fino ad oggi le aziende hanno assorbito in gran parte la riduzione dei finanziamenti, difatti sono riuscite a non tagliare dell’equivalente (15%) i servizi. Ci sono riuscite ma a caro prezzo: facendo delle manovre di efficientamento, bloccando il mercato del lavoro, aumentando le tariffe e le perdite dei propri bilanci Togliere l’ossigeno ad un servizio essenziale come il trasporto pubblico in tempo di crisi economica e sociale non ci sembra una buona risposta politica».

«Un altro dei fattori di freno del sistema del trasporto pubblico locale – ha concluso Nicola Biscotti, presidente Anav – è legato al minor utilizzo dell’intermodalità ferro-gomma, in controtendenza rispetto alle annunciate politiche di armonizzazione. Ma, se è così, perché allora negli ultimi cinque anni si sono effettuati solo investimenti sul rinnovo dei treni e non una seria politica di razionalizzazione dei servizi e di standardizzazione dei costi di produzione, oltre al rinnovo del materiale rotabile su gomma che oramai in Italia ha 12 anni di anzianità?».
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