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La Saab potrebbe tornare ad essere svedese


22/02/2009
di Maura De Sanctis

La casa automobilistica scandinava si appresta a tornare indipendente ma rischia la bancarotta

La Saab potrebbe tornare ad essere svedese
La casa automobilistica svedese Saab, ha avviato le procedure per distaccarsi dalla Gneral Motors e si avvia alla indipendenza. La casa americana ha quindi deciso di rinunciare alla controllata svedese, scorporandola dal gruppo ed attualmente stà vagliando tutte le opzioni possibili per rifinanziare o vendere la Saab. La General Motors nel frattempo ha assicurato che la Saab continuerà a operare normalmente e che i fornitori dell'azienda verranno pagati.

Il 20 febbraio è stata posta la prima pietra di questo processo. Il tribunale del distretto di Vanersborg ha accolto la richiesta di riorganizzazione e ristrutturazione presentata alla corte dai rappresentanti della casa svedese. Secondo la procedura prevista dal Swedish Company Reorganization Act, che regola un istituto simile all'amministrazione controllata, il tribunale ha nominato amministratore l'avvocato Guy Lofalk, che affiancherà il direttore generale della Saab, Jan Ake Jonsson, e un consulente in ristrutturazioni internazionali.

Nonostante la Saab abbia già ottenuto un prestito pubblico dal governo svedese, Maud Oloffson, la titolare del Ministero dell’Industria ha chiarito più volte che lo stato svedese non diventerà proprietario di nessuna casa automobilistica con i soldi dei contribuenti e ciò anche alla luce delle notevoli perdite registrate da Saab negli ultimi mesi. Attualmente la casa automobilistica impega circa 4.500 dipendenti in oltre 50 Paesi, con la maggior parte della produzione concentrata in Svezia e i mercati principali costituiti da Usa, Regno Unito, Svezia, Germania e Italia.

La casa svedese ha già previsto per il 2009 perdite che si aggirano intorno ai tre miliardi di corone svedesi (circa 272 milioni di euro), ma spera di tornare in utile nel 2011 grazie al lancio di nuovi tre modelli la Saab 9-5, 9-3x e 9-4x, concentrandone la produzione in Svezia, con una articolata proposta che verrà sottoposta al vaglio della corte e dei creditori, il cui incontro è previsto per il prossimo 6 aprile. Per raggiungere l’ambito obiettivo e soprattutto per evitare il fallimento, la casa automobilistica dovrà comunque ed entro breve tempo, reperire i fondi necessari autonomamente non potendo contare né sull’aiuto del governo né tantomeno su quello del colosso americano.

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