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La Camera approva il decreto Salva Italia
17/12/2011
di Giovanni Iozzia
Soddisfatto il presidente Mario Monti. La parola passa adesso al Senato per l’approvazione definitiva che avverrà sicuramente prima di Natale

«Sono soddisfatto - ha commentato Mario Monti-. Siamo tutti accumunati dalla stessa impresa, non si tratta di continuare di vivere come prima con qualche sacrificio: senza questa manovra sono a rischio i risparmi degli italiani, soprattutto quelli piccoli, e il benessere accumulato da generazioni. C'è il pericolo di vedere evaporare i redditi e mettere a rischio la previdenza».
«Il rischio è sempre presente - ha aggiunto - ma spero che questa sarà l'ultima manovra; dipenderà dal comportamento di tutti noi, dei cittadini consumatori, delle imprese, da chi sottoscrive titoli di stato, dalla capacità di tutti noi di mostrarci davanti ai mercati uniti e credibili. Siamo tutti accomunati dalla stessa intrapresa. abbiamo a cuore lo stesso obiettivo: operare per il bene dell'Italia. Se tutti facciamo il nostro dovere e continueremo con senso di responsabilità io non ho dubbi che l'Italia si salverà ».
Le misure del decreto ammontano a oltre 30 miliardi euro, 20 per la riduzione del disavanzo e 10, da subito a sostegno della crescita e dell'occupazione. La tassa sulla casa produrrà circa 11 miliardi, le ulteriori accise sui carburanti 4,8, la maggiorazione regionale sull’Irpef 2, l’aumento delle aliquote Iva 16, la stretta sulle pensioni 8 mentre gli enti locali perderanno quasi 3 miliardi di euro di trasferimenti.
L’impatto sulla congiuntura economica sarà produrrà un abbassamento del Pil dello 0,4%.
Dopo le modifiche fatta dalla Commissione Bilancio della Camera, il decreto Salva Italia ha come punti salienti: uomini e donne dal 2018 andranno in pensione a 66 anni, le pensioni superiori a tre volte il minimo Inps per il 2012 e per il 2013 non avranno adeguamento all'inflazione; aumentano le tasse di lusso cioè quelle su barche sopra i 10 metri di lunghezza, auto con potenza superiore a 185 kilowatt ed aerei privati; sale l'imposta sui capitali rientrati in Italia grazie allo scudo fiscale; vengono introdotte l'Imu, la vecchia Ici, su tutti gli immobili, contemporaneamente ad una rivalutazione catastale del 60%, e la Tares, nuova imposta su rifiuti e servizi; scatta l'aumento delle accise su benzina e benzina senza piombo, gasolio e gas naturale per autotrazione; dal primo ottobre del 2012 le aliquote Iva del 10 e del 21% saliranno di 2 punti percentuali, la soglia per i pagamenti in denaro contante è stata ridotta a 1.000 euro, nuovi tagli agli enti locali e aumento dell’addizionale regionale sull'Irpef, stabilito un tetto per gli stipendi dei manager pubblici.
Alcune misure riguardano lo sviluppo: lo sgravio per il lavoro e l'assunzione di giovani e donne con l'Irap, la spinta alla capitalizzazione delle imprese riducendo le tasse sugli utili, il credito alle piccole imprese.
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