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Marchionne e l’Italia: tutto ok
06/11/2010
di Giovanni Iozzia
L’amministratore delegato della Fiat conferma che il nostro Paese resta strategico per la produzione anche se non tutto va benissimo

Marchionne, dunque, chiarisce quanto detto alla trasmissione di Fabio Fazio, quando ebbe a dire che neppure un centesimo dei guadagni della Fiat proviene dall’Italia e lo fa nel corso di un lungo intervento. «La verità – spiega - è che esiste un problema di competitività . È quello che ha spinto molte aziende ad abbandonare il paese e trasferire all'estero le loro attività . È quello che porta le multinazionali a guardare altrove, quando devono scegliere dove costruire un nuovo stabilimento». Il capo del Lingotto chiede quindi «un futuro di modernità ed efficienza» ed aggiunge: «non possiamo permettere che tutto questo venga soffocato dai retropensieri, dalle manovre politiche o dai giochi di potere. Sono cose che non fanno parte della mentalità della Fiat di oggi». «Chiediamo di condividere un percorso e creare le condizioni perché i nostri stabilimenti possano lavorare al meglio, in modo normale e continuo. Ai lavoratori è richiesto un impegno maggiore, una maggiore partecipazione e affidabilità nella presenza e nelle prestazioni, i sindacati dovranno assumere una maggiore responsabilità nella gestione degli stabilimenti e delle eventuali anomalie». «Si tratta di un dovere che sentiamo su più fronti: quello dell'ambiente e della mobilità sostenibile, quello dell'attenzione verso le comunità in cui operiamo, quello di una condotta improntata all'etica e dalla trasparenza». «Quello di cui abbiamo bisogno è prendere coscienza delle cose che non funzionano e intervenire per sistemarle. Non esistono scorciatoie. Esistono invece sacrifici e un grande lavoro da fare. Ma, come per tutti i grandi traguardi della vita, raggiungerli con fatica e con tenacia, dà anche un senso più profondo a quello che stiamo facendo. L'Italia è piena di risorse, di passione e di creatività . Ma se ci limitiamo a ripeterlo tra noi e a raccontarlo agli altri rischiamo di soffocarle». Questi, in sintesi, gli argomenti forti dell’intervento, 11 cartelle lette d’un fiato.
Marchionne, però, non si sottrae al confronto e parlando del nuovo segretario della Cgil, Susanna Camusso, dice: «Se lei mi invita a cena io mi presento». Poi, un cenno anche alla sintonia col Governo: «Spero di leggerla, nei commenti del ministro Romani, come nelle battute che ho scambiato con il presidente Berlusconi e nelle discussioni con Gianni Letta».
Una nota, infine, sul Premio Pico che è stato assegnato a Marchionne «Per aver portato con alta professionalità e attraverso un'accorta gestione delle problematiche, Fiat, la più importante azienda privata italiana, ad assumere un ruolo di leadership mondiale». Il riconoscimento viene assegnato a Mirandola, piccola cittadina alle porte di Modena, a cadenza biennale a personalità del mondo economico, finanziario, imprenditoriale, scientifico, culturale e umanitario che abbiano saputo armonizzare e sintetizzare al meglio l'impegno creativo e operativo. Il premio, nel passato è stato assegnato, tra gli altri, a Lorenzo Bini Smaghi, Carlo Azeglio Ciampi, Vittorio Merloni e Mario Draghi. Assieme a Marchionne, per la sezione internazionale, è stato premiato lo scultore colombiano Fernando Botero.
Fuori qualcuno ha protestato. «Marchionne e Bonanni, fate solo danni» si è sentito attraverso un megafono. Alla fine i contestatori sono andati via senza avere alcun contatto con le Forze dell’ordine.
Marchionne, ritira il premio, ringrazia e va via. Lo aspettano altri giorni di duro lavoro e di interventi altrettanto duri, visti i tempi e l’andamento del mercato delle auto.
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