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Il ponte di Messina si farà


15/10/2009
di Maura De Sanctis

Annunciata l’apertura dei lavori a dicembre di quest’anno

Il ponte di Messina si farà
Il governo insiste nella realizzazione del Ponte di Messina, nonostante le rimostranze degli ambientalisti e di coloro che considerano questa opera faraonica inappropriata in un periodo di crisi economica come quella che stiamo attraversando. Il ministro dei trasporti e delle infrastrutture Matteoli ha comunque confermato che i lavori preparatori inizieranno il 23 dicembre di quest’anno per terminare nel 2016. In totale sono stati stanziati 27,6 miliardi di cui 2,8 miliardi sono soldi dello Stato, 7,3 miliardi vengono da fondi FAS europei che prevede un investimento nel Sud dell’85% e 8 miliardi provengono da privati. Anche il presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo, è favorevole ed ha stanziato un contributo di 100 milioni di euro.

A nulla è servito l’intervento del presidente della Repubblica che ha invitato più volte il governo ad investire sulla sicurezza del territorio, rimandando a tempi più felici la costruzione delle grandi opere. Il timore è anche la presenza nell’area interessata, della criminalità organizzata che potrebbe in qualche modo cercare di accaparrarsi i lavori, ma questo è un rischio che bisogna correre dice il ministro Matteoli.

Per contro, Dario Franceschini risponde che il nostro paese ha bisogno di interventi mirati alla manutenzione e ristrutturazione di quanto già esistente e della messa in sicurezza del territorio è ciò lo dimostrano anche gli ultimi disastri come la tragedia di Messina. Secondo il segretario del Partito Democratico, non sono le grandi opere a far ripartire l’economia di un paese ma piuttosto gli interventi delle medie e piccole imprese con un piano di straordinaria manutenzione per tutti gli edifici pubblici come le scuole.

La polemica rimane aperta e mentre il Ponte si candida a diventare il collegamento stradale tra la Calabria e la Sicilia, c’è già chi ha annunciato di fare guerra e di non voler rimanere a guardare inerte l’ennesima deturpazione ambientale.

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