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La crisi delle auto colpisce anche il Giappone


25/02/2009
di Maura De Sanctis

Anche le case automobilistiche giapponesi hanno risentito della crisi economica mondiale

La crisi delle auto colpisce anche il Giappone
I colossi Toyota, Honda e Nissan hanno registrato nel mese di gennaio pesanti ribassi della produzione e delle vendite domestiche, Honda è arretrata del 35%, Nissan del 31% ed anche Toyota ha subito nel 2008 un calo del 16% pur conservando il titolo di seconda casa automobilistica negli Usa. Infatti il colosso nipponico ha registrato lo scorso anno vendite per 2,22 milioni di vetture, contro gli 1,98 milioni di Ford.

In forte calo anche lo stesso mercato nipponico. Le cause sono dovute alla coesistenza di più fattori tra i quali la saturazione del mercato a cui si è aggiunta la crisi finanziaria mondiale e la conseguente recessione che ha spinto tutti le case automobilistiche giapponesi, che controllano i nove decimi del mercato giapponese, a rivedere al ribasso i propri target di profitto, a ridurre la produzione e tagliare l'occupazione.

Il leader del mercato Toyota prevede di produrre per l'anno 2009 circa 7 milioni di veicoli e cioè il 20% in meno rispetto agli 8,2 milioni precedentemente stimati. Il portavoce di Toyota, Mike Goss rispondendo ad una nota del quotidiano Nikkei che annunciava l’intenzione della nota casa automobilistica di licenziare mille lavoratori a tempo pieno nel Nord America ed in Gran Bretagna ha smentito la notizia dicendo che la casa nipponica non ha ancora preso alcuna decisione in merito. Stà di fatto che la Toyota ha comunque deciso il taglio di alcune produzioni in U.S.A., in particolare la produzione della Camry e della Corolla sedans e la chiusura temporanea degli impianti in Mississippi.

L’export è crollato nel dicembre scorso del 35 per cento, spingendo Toyota, a fermare per i primi mesi del 2009 per 14 giorni la produzione domestica, mentre Honda ha già annunciato il licenziamento dei 3100 dipendenti temporanei giapponesi, che andranno ad aggiungersi ai circa 400.000 lavoratori precari che andranno a perdere il posto di lavoro entro la fine di marzo. Il forte taglio ai livelli di attività dei costruttori automobilistici è destinato a ripercuotersi anche sui fornitori di componentistica e sul settore dell’acciaio.

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