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John Elkann e il lavoro dei giovani: bufera


18/02/2014
di Giovanni Iozzia

Il presidente della Fiat dichiara che i giovani non trovano lavoro perché non lo cercano. Scoppia furiosa la polemica. Chiarimento attraverso il sito della Fondazione Agnelli

John Elkann e il lavoro dei giovani: bufera
«I giovani non hanno lavoro perché stanno bene a casa. Il lavoro c'è ma i giovani non sono così determinati a cercarlo», sono queste le frasi dette alcuni giorni fa dal presidente della Fiat John Elkann che hanno sollevato polemiche feroci. Ed in effetti, prese così come sono, pronunciate nel corso di un incontro con gli studenti a Sondrio, le parole dell'erede della famiglia Agnelli sono una vera e propria offesa per tutti i giovani che non hanno o non hanno avuto un nonno come l'Avvocato.

Elkann ha poi successivamente tentato di chiarire il senso delle sue parole, spiegando che non intendeva dire quello che tutti hanno percepito. «Sono rammaricato - ha scritto sul sito della Fondazione Agnelli - che un messaggio nato per essere di incoraggiamento alla fine sia stato interpretato come un segnale di mancanza di fiducia nei giovani. Il tema dei giovani e del lavoro, di cui si è discusso la settimana scorsa nel corso di un incontro con gli studenti di Sondrio è troppo importante per farne occasione di polemiche demagogiche o strumentalizzazioni».

Immediatamente si sono scatenate violente le reazioni da tutte le parti: l'imprenditore Marco De Benedetti, ha dichiarato in un tweet: «Solo chi non ha mai dovuto cercarsi un lavoro può dire una minchiata del genere e l'unica scusante per quella frase offensiva nei confronti di milioni di giovani è proprio il fatto che un lavoro non lo ha mai avuto»; Giorgio Airaudo di Sel: «L’erede più rappresentativo della famiglia Agnelli haperso un’occasione per tacere, quando si hanno le sue fortune el e sue facilità di scelta bisognerebbe avere più rispetto e più comprensione per chi, giovane, cerca ogni giorno di costruirsi e inventarsi un futuro in un Paese dove il lavoro si riduce, si precarizza e si svaluta», Michele Anzaldi della Lega Nord: «Se John Elkann avesse vissuto da ragazzo normale, conoscendone le difficoltà, oggi non parlerebbe così, anzi farebbe parte del 42% di giovani disoccupati italiani».

Particolarmente dure le parole dell'imprenditore fiorentino Diego Della Valle: «Dovremmo fare un referendum - ha detto - e chiederci se lo vogliamo ancora in Italia. E' una vergogna che uno degli Agnelli dica che oggi in Italia i giovani hanno i posti di lavoro. Uno che si permette di dire che i ragazzi stanno a casa perché non hanno voglia di lavorare, perché il lavoro c'è, è un imbecille; lo tengano a casa, lo tengano un po' a riposo, vada a sciare. John Elkann è uno che appartiene ad una famiglia che ha distrutto una quantità industriale di posti di lavoro e, di conseguenza, anche le speranze di molti giovani».

In una situazione tragica per i giovani italiani, che pagano le colpe di una classe dirigente, politica e imprenditoriale, assolutamente incapace, e per di più devono sentirsi insultati a cadenze periodiche.
Ha cominciato il ministro del Governo Prodi Tommaso Padoa Schioppa con il suo celeberrimo «Mandiamo i bamboccioni fuori di casa», riferito ai giovani che vivevano ancora con i genitori; poi è stata la volta del viceministro montiano Michael Martone dicendo che «Se non sei ancora laureato a 28 anni sei uno sfigato»; ha proseguito lo stesso Mario Monti con «il posto fisso è monotono» poi anche il suo ministro Annamaria Cancellieri che ha detto «Noi italiani siamo fermi al posto fisso nella stessa città a fianco di mamma e papà»; e, infine, l'altro suo ministro Elsa Fornero con lo straordinario «Non bisogna mai essere troppo choosy, meglio prendere la prima offerta e poi vedere da dentro e non aspettare il posto ideale».
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