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Città italiane congestionate dal traffico


09/07/2014
di Giovanni Iozzia

Lo rivela lo studio della Fondazione Filippo Caracciolo, presentato dall´Automobile Club Italiano

Città italiane congestionate dal traffico
[ Roma, Lazio, Italia ] - I dati resi noti dallo studio della Fondazione Filippo Caracciolo, presentato dall'Automobile Club Italiano, a Roma nei giorni scorsi, hanno offerto un quadro estremamente preoccupante.
Secondo il rapporto intitolato Muoversi meglio in città per muovere l'Italia le città italiane sono infatti gravemente congestionate da traffico, inquinamento e incidenti.
Il costo di questa situazione ammonta a circa 5 miliardi di euro l’anno, pari a 850 euro a famiglia solo per gli incidenti stradali, oltre a comportare un totale di 3 giorni l’anno bloccati nel traffico.

Secondo il rapporto, la mobilità italiana è fortemente squilibrata poiché è quasi esclusivamente basata sull’auto, con una media del 59% contro la media europea del 35%.
Una situazione che è causa e conseguenza dell’elevato numero di auto per abitante: più di 60 autovetture ogni 100 abitanti a Roma o Torino. In Europa la media è di 40, con 36 a Londra, 35 a Berlino e 32 a Madrid.
Nella sola capitale il costo della congestione del traffico supera i 2 miliardi di euro ogni anno: oltre 1.000 euro per ogni automobilista; più di 700 euro per ogni utente del trasporto pubblico.

Nel rapporto sono indicate diverse soluzioni per migliorare la situazione: «orientare comportamenti e domanda di mobilità, definire tempi e orari per carico e scarico merci, sostenere il telelavoro, informatizzare gli sportelli informativi, delocalizzare gli uffici, introdurre incentivi per le imprese che si consorzino per gestire l’approvvigionamento delle merci e vincoli per la pianificazione delle sedi».
Un contributo importante, potrebbe arrivare dal car sharing con veicoli elettrici, ibridi o a metano e dallo bike sharing ma l’Italia è molto indietro rispetto all’Europa.

Fondamentale è l’efficienza del trasporto pubblico che, però, in Italia non funziona nella maniera dovuta. Un solo esempio la velocità media di un bus a Roma è di 15,4 Km contro i 19 di Berlino e i 21 di Madrid. Inoltre i costi di gestione sono troppo alti e gli investimenti non sono sufficienti.

Le metropolitane sono le meno estese in assoluto: Milano (92 chilometri) è al 14° posto in Europa, Roma (41,5km) è in fondo alla classifica, al 20° posto e precede altre cinque città italiane: Napoli (17,8), Torino (13,4), Brescia (13,1), Genova (7,1) e Catania (3,8). Cifre irrisorie di fronte ai 436 chilometri di Londra, ai 293 di Madrid, ai 220 di Parigi 22 ed ai 147 di Berlino.
Anche poche stazioni: 101 a Milano, 52 a Roma, 21 a Torino, 20 a Napoli, 17 a Brescia, 8 a Genova e 6 a Catania, mentre ce ne sono 315 a Londra, 303 a Parigi, 300 a Madrid e 173 a Berlino.
E, inevitabile conseguenza, anche pochi passeggeri: 425 milioni l’anno a Milano e 309 mln a Roma contro i 507 milioni di Berlino, i 601 di Madrid, 1 miliardo e 171 milioni di Londra e 1 miliardo e 524 milioni.

«Le principali città italiane sono belle ma invivibili – ha detto Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Automobile Club d’Italia – e pagano un altissimo spread-mobilità nei confronti degli altri centri europei a causa di traffico, incidenti e inquinamento. La ricetta dell’Aci è un progetto speciale nazionale per la mobilità urbana: 50 miliardi di euro in 10 anni, nuove regole, controlli efficaci e incentivi per le amministrazioni virtuose. L’80% dei fondi dovrà essere destinato a colmare lo spread infrastrutturale e di offerta del nostro trasporto urbano pubblico, il restante 20% coprirà gli investimenti per la messa in sicurezza dei punti critici, la promozione di servizi di car e bike sharing, il rinnovo del parco veicolare con l’introduzione di veicoli elettrici, la realizzazione di piste ciclabili e l’introduzione di tecnologie per la smart mobility».

«Le condizioni della mobilità nelle nostre città – ha aggiunto Ennio Cascetta, presidente del comitato scientifico della Fondazione Caracciolo - sono un elemento di freno alla ripresa economica e alla vivibilità. Ci sono ritardi ultradecennali rispetto alle altre città europee da recuperare con un mix intelligente di scelte infrastrutturali, normative, urbanistiche e tecnologiche. Sono necessarie risorse nazionali e locali, ma soprattutto una forte e nuova volontà politica che metta la questione mobilità urbana al centro delle priorità nazionali».
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