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Pininfarina: Volvo addio
24/03/2011
di Grazia Dragone
Si scioglie la joint venture con il costruttore svedese. Passo indietro anche con la francese Bollorè

Secondo la strategia della società , nel 2013 avverrà la cessione alla Volvo del suo 60% di Pininfarina Sveriga Ab, joint venture nata nel 2003, che aveva portato alla realizzazione della Volvo C70 convertibile a Uddevalla, in Svezia.
L’ad Silvio Angori motiva la scelta spiegando che: «Negli ultimi tre anni sono avvenuti cambiamenti epocali, in particolare nel mondo automobilistico. Il futuro di Pininfarina si basa su servizi di design e ingegneria, sulla mobilità sostenibile e sulla valorizzazione del marchio. Stiamo spostando il nostro futuro su basi diverse».
«La joint venture tra Volvo e Pininfarina e' stata fruttuosa e vantaggiosa per entrambe. Ora poniamo fine alla nostra collaborazione con reciproca comprensione e in un momento di nuove sfide per le due societa'», commenta Stefan Jacoby, presidente e ceo di Volvo Car.
Ma le novità in Casa Pininfarina non si limitano a questo addio. Anche l’accordo con la francese Bollorè, per la costruzione di vetture elettriche, registra un passo indietro da parte dell’atelier italiano. La ragione è essenzialmente di natura economica, infatti se Bolloré avesse chiesto un aumento di capitale per la Vepb (casa di design che Pininfarina aveva messo in piedi con il finanziere francese Vincent Bolloré) per partire con gli investimenti, la Pininfarina non sarebbe stata in grado di far fronte all’impegno, mentre, ora, Bollorè può partire con gli investimenti senza incontrare alcun ostacolo.
Pininfarina ha esercitato un’opzione prevista dagli accordi siglati a settembre, che consentono all’azienda di Cambiano di essere comunque fornitrice della Vepb e di incassare alcune royalities. Inoltre, la Pininfarina ha appena affittato il suo stabilimento di Bairo alla Vepb e alla Cecomp di La Loggia, che vi realizzeranno le 4.000 vetture elettriche richieste da Parigi.
La nota casa di design è economicamente ancora debole, come dimostra il bilancio del 2010, che chiude con meno 33 milioni. Tuttavia, ci sono ben 22,6 milioni che l’azienda deve recuperare da un contenzioso vinto contro la Mitsubishi.
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