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Vuoi acquistare un auto a rate? Ecco le cose da sapere


02/11/2012
di Maura De Sanctis

Per evitare eventuali raggiri è opportuno seguire alcune ed importanti regole

Vuoi acquistare un auto a rate? Ecco le cose da sapere
Il Credito al Consumo per l’acquisto di una vettura ha assunto numeri di rilievo con la diffusione di tale prodotto finanziario. Lo rileva l’osservatorio di Prestiti.it, che stima come la domanda media di finanziamenti, sia pure in tempi di crisi, sia aumentata. Dall’analisi di oltre 30 mila domande di prestito raccolte dal sito nell’arco del primo semestre 2012, emerge che a chiedere un prestito è di solito un uomo di 41 anni, con uno stipendio medio di 1.500 euro, che vuole ottenere una somma importante: 12.500 euro. Fra le motivazioni ha avuto un notevole aumento in termini percentuali, l’acquisto di un auto usata che registra ad ottobre un 27% ovvero ben dieci punti percentuali in più rispetto al mese di marzo 2012.

Se avete deciso di ricorrere al finanziamento per acquistare un auto nuova od usata, ci sono alcune regole di buon senso da tenere ben presenti poiché il “raggiro†può sempre nascondersi dietro l’angolo. E’ bene che vi assicuriate che la rata sia compatibile con le vostre condizioni economiche. Mai infatti fare delle rate più esose di quello che vi potete permettere. Altra buona regola è di accertarvi che il finanziamento vi verrà effettivamente concesso. In alcuni casi, infatti accade che vi venga chiesto un anticipo a modo di caparra che perderete se il finanziamento non andrà a buon fine. Infine la terza regola è di affidarvi a una società finanziaria seria ed affidabile con sufficienti garanzie e non lasciatevi attrarre da offerte lusinghiere di società finanziare scarsamente solide. In questo caso potete consultare l’elenco quelle che aderiscono all’Assofin.

IL PARERE DEL LEGALE
La prima cosa da sapere quando si parla di finanziamento è la differenza tra TAN (Tasso Annuo Nominale) e TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale). Il primo è la percentuale che si deve pagare a titolo di interesse per il debito contratto (se si confronta il TAN di un prestito personale con garanzie reddituali con uno di un prestito senza busta paga si vedrà una netta differenza a sfavore del prestito senza busta paga. Di conseguenza, nel limite del possibile, è opportuno limitare già in questa voce le spese da sobbarcarsi confrontando più preventivi possibili). Il secondo è il tasso effettivo ed indica la percentuale che si deve pagare per il prestito, non più solo a titolo di interesse passivo come per il TAN, ma anche per tutte le altre spese che concorrono a determinare il costo complessivo del prestito tra cui i costi d'istruttoria, i costi d'incasso rata e l’invio periodico dei documenti e le assicurazioni sul credito. Controllate che entrambi i tassi siano inseriti nella pratica e che corrispondano ai tassi effettivi indicati nel preventivo.

Fare molta attenzione ai costi aggiuntivi. Si tratta di costi mascherati dall’acquisto di servizi aggiuntivi o l’obbligo di sottoscrivere polizze che non siano quelle assicurative a copertura del prestito. Sarebbe comunque opportuno, stipulare un’assicurazione sulla vita che garantisca la restituzione del prestito in caso di morte o di invalidità permanente. Anche in questo caso dovete assicurarvi che la polizza preveda effettivamente la copertura di questi eventi e che non ci siano clausole vessatorie. Inoltre in caso di comparazione di più preventivi bisogna tenere presente che se l'assicurazione è obbligatoria essa è compresa nel calcolo del TAEG; se, al contrario, è facoltativa non comparirà nel TAEG e, di conseguenza, il confronto tra prestiti dovrà essere fatto tenendo conto sia del TAEG che del costo assicurativo.

E’ poi necessario verificare le modalità di rimborso e di estinzione anticipata. In quest’ultimo caso infatti può accadere che vengano chieste delle penali e spese accessorie eccessive tale da rendere non più conveniente il rimborso anticipato. Diffidate anche di quei finanziamenti che prevedono il rimborso di interessi non ancora maturati (es. il pagamento di rate maggiori all’inizio per poi diminuire da una certa data in poi) poiché non tengono conto della naturale svalutazione del denaro ed inoltre in caso di interruzione del rimborso, vi verranno comunque richiesti sia la quota capitale che gli interessi.
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