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Mercato auto: si chiude un anno positivo per il settore


03/01/2017
di Grazia Dragone

Con una crescita pari al 15,82 %, il 2016 è un anno in continuità con il trend del 2015

Mercato auto: si chiude un anno positivo per il settore
Dicembre 2016 conclude un anno molto positivo per il settore delle auto, che ha invertito il trend negativo degli ultimi tempi. I dati diffusi dal Ministero dei Trasporti indicano per dicembre 124.438 immatricolazioni di auto nuove, pari al +13,1% rispetto allo stesso mese del 2015. Puntando lo sguardo, invece, su tutto il 2016, le auto immatricolate sono state 1.824.968, con una crescita del 15,82%. Tuttavia, siamo ancora lontani dai numeri ante-crisi, ma si respira comunque aria di positività.
Per il Centro Studi Promotor, le vendite potrebbero attestarsi sui livelli pre-crisi entro il 2018, mentre nel 2017 le immatricolazioni previste dovrebbero attestarsi a quota 2.031.000 unità. Vi sono infatti tutte le condizioni perché la ripresa del mercato italiano, iniziata timidamente nel 2014 e poi confermata negli anni 2015 e nel 2016, prosegua anche nei prossimi anni.
L’inversione di tendenza avvenuta tra il 2013 e il 2014 è stata determinata dall’effetto di una forte domanda di sostituzione arretrata e del ritorno della fiducia nelle prospettive economiche.

Secondo Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto: “Il 2016 era partito con il turbo grazie soprattutto alle azioni promozionali. Azioni molto costose per case e concessionari di cui hanno approfittato i consumatori. A contribuire più che proporzionalmente ci hanno pensato poi le auto destinate alle aziende e ai noleggi che, nell'anno appena concluso, godevano di una fiscalità molto vantaggiosa. E se non bastasse, abbiamo assistito a forti iniezioni di km zero perché nessun costruttore era disposto a perdere anche un solo decimale della sua quota di mercato. Nella seconda parte dell'anno, come da noi pronosticato, si è verificata una contrazione del tasso di crescita. Un po' perché nel primo semestre avevamo anticipato delle vendite, un pò per la limitata vitalità dell'economia. Ad ogni modo, la seconda metà dell'anno ha contenuto la frenata soprattutto grazie alle vetture destinate alle partite IVA, che beneficiavano del superammortamento – in quella configurazione - fino al 31 dicembre 2016”.
Conclude Pavan Bernacchi: “Passando alle previsioni riteniamo che il 2016, con i 1.824.968 pezzi immatricolati, sia stato un anno eccezionale che potrebbe essere difficile replicare”.

Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, evidenzia un ulteriore aspetto, ossia l’incidenza sul totale delle immatricolazioni di vetture con alimentazione a gasolio (diesel) o a benzina aumentata, mentre si è ridotta l’incidenza delle alimentazioni ecologiche, sia gpl che metano che per l’elettrico puro, invece un contenuto incremento si registra solo per le vetture ibride.
Inoltre, va sottolineato anche come dal confronto tra il 2015 e il 2016 emerge che si è ridotto il peso delle immatricolazioni cdi vetture piccole ed utilitarie, mentre è aumentato quello delle vetture appartenenti ai segmenti delle medie, delle medie-superiori e delle superiori. Nel complesso sono 36,5 i miliardi di euro spesi in Italia nel 2016 per acquistare nuove vetture, 5,6 miliardi in più del 2015.

Questa è la stima del Centro Studi Fleet&Mobility, elaborata sulla base dei dati a volume dell’Unrae. Con appena 1.825.000 immatricolazioni, questo risultato è stato raggiunto grazie a un prezzo medio netto che arriva quasi a 20.000 euro.
La crescita viene per oltre il 70% (4 miliardi) dai segmenti medie e medie superiori, entrambi cresciuti del 26% rispetto all’anno precedente. Il contributo delle piccole e utilitarie è stato più contenuto, poco oltre 1,2miliardi di euro. “Gli Italiani acquistano meno auto che nel decennio scorso, ma le vogliono più trendy – sostiene Pier Luigi del Viscovo, direttore del Centro Studi Fleet& Mobility, ossia più SUV e Crossover e comunque meglio equipaggiate anche nelle dotazioni di serie. Questo porta a un prezzo medio più elevato, che significa anche più margini per unità venduta”.
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